Il comunitarismo, nell’economia del pensiero lombardista, è fondamentale, poiché oggi serve più che mai recuperare quella dimensione naturale, garantita dalla solidarietà nazionale, che è viatico per una vita collettiva all’insegna di identitarismo, tradizionalismo, e vero socialismo. Comunità è dove l’esperienza terrena del singolo acquisisce valore ai fini del patriottismo, senza il quale i nostri popoli finiscono in balia del più bieco individualismo borghese che tiene completamente in non cale i destini della nostra unica nazione, che è la Lombardia. Dirlo può apparire singolare, perché da sempre la Lombardia pone l’accento sull’individualismo, sugli orgogli cittadini/campanilistici e su di una certa mentalità liberale foriera sì di quattrini e di benessere ma anche e soprattutto di egoismo, cinismo, materialismo, tutti disvalori che minano le fondamenta della comunità di popolo alla base di una nazione forte e sana. L’uomo è un animale sociale che non può vivere da solo – e l’obiettivo di ogni essere vivente è massimizzare nel lungo periodo la trasmissione di geni il più possibile simili ai propri – e per questo bisogna invertire al più presto la rotta, arrestando il dilagare della corruzione egoistica tipica delle apolidi società capitaliste occidentali.
I lombardi sono un popolo virtuoso, il cui sudore della fronte ha fecondato la terra natia dando vita ad una civiltà unica che ci rende tutti orgogliosi, ma attenzione: è purtroppo facile passare dal lavoro per vivere alla vita per lavorare, con infauste conseguenze che spesso si intrecciano con affarismo, disonestà, amoralità e con quelle derive individualiste denunziate in precedenza. Il danaro non è tutto e il suo culto sfocia sempre nella catastrofe, non solo e non tanto per il singolo individuo ma per l’intera sua comunità di appartenenza. I pescecani affaristi, nostro malgrado presenti anche in Lombardia, non si fanno scrupoli a sacrificare il proprio popolo sull’altare del profitto, e di quell’infame demone chiamato fatturato, vera e propria ossessione di molti, troppi nostri connazionali. Si capisce, lo Stato italiano non regala nulla, anzi, è un’entità straniera che succhia e spolpa, restituendo dei servizi da secondo/terzo mondo; ma la libertà della Grande Lombardia si può raggiungere senza più odi di classe e senza più idolatria del dio danaro. Se, infatti, la solidarietà comunitaria viene compromessa a lungo andare verrà compromesso anche il benessere di tutta quanta la popolazione, senza distinzioni.