5) La questione migratoria

Quella dei flussi migratori è una questione assai spinosa e delicata perché coinvolge, in Lombardia, anche e soprattutto gli italiani (segnatamente meridionali). Gli italiani, si capisce, sono gli indigeni della parte centromeridionale della Repubblica Italiana, che nel secondo dopoguerra sono emigrati in massa verso la Cisalpina: tra individui puramente ausonici e individui rimescolati è possibile quantificare l’esodo italico in alcuni milioni. A farne le spese soprattutto le città del cosiddetto “triangolo industriale” (Milano, Torino e Genova su tutte), tanto da arrivare all’assurdo di ridurre in minoranza gli autoctoni di una città come Torino. Del resto, da sempre l’immigrazione va a braccetto con affarismo e sfruttamento, e non è solo colpa dello Stato italiano, bensì anche degli squali nostrani. Di conseguenza noi lombardisti siamo per il blocco totale dell’immigrazione incompatibile, che non riguarda soltanto, ovviamente, gli immigrati extraeuropei ma anche quelli europei, a partire proprio dai sud-italiani. La sovrappopolazione, che è uno degli effetti più devastanti dei flussi migratori incontrollati assieme alla criminalità, sta portando la nostra patria al collasso socio-ambientale.

Pertanto, come dicevamo, siamo favorevoli al blocco totale dell’immigrazione incompatibile, con conseguente rimpatrio degli immigrati “problematici” e delle minoranze storiche esotiche. Non sarebbe nulla di violento o autoritario, perché si tratterebbe del frutto delle vie diplomatiche, garantendo anche degli incentivi a quanti decidessero spontaneamente di lasciare la Lombardia; pure qui il pensiero corre agli ausonici, che andrebbero stimolati al ritorno in patria anche per ripopolare i villaggi abbandonati delle terre natie, oggi in balia degli allogeni. Nella Padania il fenomeno più drammatico rimane quello dell’italianizzazione, poiché ha comportato un genocidio democratico dei nativi e poiché rappresenta una sorta di deportazione e di occupazione dei territori cisalpini proprio grazie alla massiccia immigrazione di soggetti enotrici. La Grande Lombardia occidentale è stata letteralmente travolta da questo esodo creando città infinite (la megalopoli padana) e riducendo, per l’appunto, a minoranza gli indigeni lombardi. Da un punto di vista etnico i sud-italiani non sono certo i più allogeni ma hanno ricoperto un ruolo purtroppo cruciale nella disgregazione del tessuto etnoculturale originale della nostra nazione, precorrendo i tempi degli afflussi esotici.

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